← Torna alla homepage

Da molto tempo mancava qualcosa nel nostro mondo OpenSource in Italia, qualcosa che gli appassionati attendevano con ansia ogni mese. Una rivista cartacea dedicata in italiano.

Siamo pieni di informazioni online, migliaia di blog aggiornatissimi in tutte le lingue, che possiamo consultare dal cellulare in tutti i momenti.

Ma la soddisfazione che ci da sfogliare una rivista cartacea, sottolineare e mettere le “orecchiette” alla pagina interessante, magari in un momento di relax in spiaggia o seduti sotto un castagno in montagna, è tutta un’altra cosa. 

Anche oggi nel 2020.

Agli inizi degli anni 2000 c’era la bellissima rivista “Red Hat Magazine”, alla quale ho partecipato in redazione. Era molto apprezzata e collezionata da tutti i geek, per poi purtroppo fare una fine ingloriosa essendo declassata blog unicamente online. 

Per molti anni abbiamo comprato “Linux & C” pieno di contenuti interessanti e con le sue copertine colorate nella quale scrivevano molti amici. Anche quella oggi purtroppo ferma.

Attraverso queste riviste abbiamo conosciuto il magico mondo delle BBS e la comunicazione tra computer, o meglio tra persone tramite PC, ma il concetto di una rete globale non era arrivato subito così forte e chiaro. 

Poi però con i primi concetti di servizi di comunicazione tramite internet, le email ed i primi siti web (dopo quella meraviglia di Gopher sulla porta 70/tcp)  l’idea prendeva forma, anche se sembrava dedicata solo per geek al tempo. E da lì le nostre riviste si sono piano piano arrese di fronte alla potenza della comunicazione digitale.

Oggi la nostra idea, il nostro scopo vorrebbe essere così alto. 

Iniziare questa nuova avventura con un magazine cartaceo totalmente dedicato al nostro mondo Open Source per l’Enterprise, dove tanta passione si mescola con la voglia di condividere conoscenza e l’irrefrenabile desiderio da smanettoni sulle tecnologie che hanno rivoluzionato il mondo intero. 

Non ci sarebbe alcun Cloud e alcuna Digital Transformation senza noi smanettoni geek open source che abbiamo fatto le notti a nerdare al posto di andare in discoteca.

Sono sempre stato un appassionato di tecnologia, fin da bambino. Smontavo le parti elettriche dei giocattoli, “creavo” le antenne potenziate dei miei walkie talkie con fil di ferro riciclato. Preferivo i cacciavite di papà ai puzzle. Facendo arrabbiare ovviamente i miei genitori.

Ho incontrato il primo computer a otto anni a casa di un compagno di classe delle elementari. Era il Commodore VIC20 del fratello più grande. Ricordo bene quel momento e tutti i dettagli della stanza dove ci trovavamo, è stato subito amore a prima vista. 

Quella scatola di plastica magica con tutti quei tasti collegata al televisore era in grado di far sognare me ed i miei amici con quei giochi super colorati ed avvincenti per la nostra età. Da quel momento ho fatto di tutto per convincere i miei genitori a regalarmene uno uguale. 

Dopo tante promesse finalmente eccolo che arriva. Quel Natale il mio regalo sarebbe stato un Commodore 64 con il lettore di cassette, le stesse audiocassette usate nel mangianastri. Ero in estasi! Mi svegliavo alle 6.00 del mattino per accendere il computer e giocare. Ovviamente cercando di non fare rumore per non svegliare i miei genitori e la mia sorellina più piccola ed essere quindi rimproverato.

Il bello dei computer dell’epoca era che per avviare il gioco dovevi dare comandi da prompt (linea dei comandi) e non come oggi con la PlayStation o lo smartphone dove basta un tocco per far partire il gioco. Andava inserita la cassetta, digitare il comando “LOAD” e poi il famoso “PRESS PLAY ON TAPE” e dopo tanta tanta pazienza finché non veniva caricato il gioco pronto per farmi divertire. A volte era proprio lunga l’attesa…

Ma dopo poco mi sono accorto che oltre che giocare, digitando i comandi giusti, potevo far fare altro al mio Commodore 64 con i suoi 64 KiloByte di memoria ed il suo processore ad 8 bit. 

Era ora di imparare a programmare il BASIC. Non esisteva l’online ed il modo migliore e più rapido per ottenere informazioni era l’edicola sotto casa. Ed ecco la soluzione: il corso “Video Basic” della Jackson Libri. Ho cominciato a studiare e sperimentare. Era troppo divertente e ti rendevi conto di come programmando tu piccolo programmatore diventavi il re del tuo mondo fatto di microchip.

Programmare, testare, fare debug (immaginate a che livello :D) in BASIC mi ha dato subito quello stimolo e soddisfazione che mi ha fatto capire che da grande avrei voluto lavorare con i computer. Che avrei voluto fare quello nella vita.

E per questo motivo le riviste sono sempre state un oggetto di culto per me ed i miei amici. Da ragazzino avevo l’amico edicolante che mi permetteva di sfogliare le riviste per poter leggere velocemente tutte quelle che avrei voluto ma non potevo permettermi. Ne compravo una o due, le altre le dovevo lasciare ai mesi successivi.

Carichi di questa grande passione condivisa, abbiamo fortemente voluto avviare il nostro nuovo progetto, il progetto della rivista CappelloRosso dalla redazione di EXTRAORDY.

Ci proveremo mettendo tutto l’impegno possibile. Il nostro obiettivo è fare qualcosa di unico, dal contenuto raro e dedicato al nostro mondo di cui tu fai parte.

Ti chiedo solo un po’ di supporto in questa nostra iniziativa, oltre che ad un po’ di pazienza per gli eventuali bug da risolvere essendo un progetto totalmente nuovo. 

Condividi questa rivista con i tuoi amici e colleghi. 

Siamo certi avranno modo di apprezzare, come te, questo progetto legato alla passione dell’IT. E se vorranno, potranno richiedere le loro copie per il futuro.

Gaetano La Rosa

← Torna alla homepage